Prevenire i reati in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro: l’avvocato si toglie la toga ed entra in fabbrica per indagare sul rapporto uomo – macchina, un rapporto dal profondo significato antropologico, ma che spesso viene trascurato proprio da chi si occupa di organizzazione aziendale. A proporre il nuovo approccio umanistico è lo studio legale Crosti Manera di Milano, specializzato in diritto penale d’impresa.

I titolari, gli avvocati Agostino Crosti e Mirella Manera, hanno sviluppato un metodo al fine di creare e rendere effettivamente operativi i modelli organizzativi previsti dal D.Lgs. 231/01, volti a prevenire i reati connessi alla sicurezza sul lavoro.

«La mission del nostro studio è difendere il valore, la reputazione e il patrimonio dell’impresa e delle persone che ne fanno parte – afferma l’avvocato Crosti – Il dato con cui ci confrontiamo è che le aziende manifatturiere investono in presidi finalizzati ad aumentare il livello di sicurezza negli ambienti di lavoro, ma tali investimenti di natura tecnologica sovente vengono vanificati da una pratica del lavoro non responsabile, connotata dall’uso imprudente dei macchinari industriali da parte dei loro addetti. Entrando nel cuore dei processi produttivi, ci siamo resi conto che in fabbrica le norme imposte dall’alto faticano ad entrare nella dimensione quotidiana del lavoro, dove prevalgono cattive abitudini e comportamenti istintivi. Per questo abbiamo messo a punto un metodo – fatto di attività, interazioni e valutazioni di feedback – incentrato sul fatto che tutti i dipendenti, inclusi i ruoli operativi, possono rispondere penalmente per non aver osservato le procedure di lavoro corrette. La nostra azione professionale non è standardizzata, ma si adatta agli specifici bisogni dell’azienda cliente. Il nostro metodo d’intervento coinvolge l’intero organigramma aziendale, entrando nelle dinamiche psicologiche e comportamentali delle persone. L’effetto di tale approccio non è solo quello di ottenere processi produttivi più sicuri, ma anche migliori relazioni tra i diversi uffici che compongono la struttura aziendale, che – per la nostra esperienza – spesso non dialogano in modo coerente e collaborativo».

Diversi i casi di applicazione tra cui quello dell’azienda Bosca s.p.a. di Costigliole d’Asti – dal 1831 player internazionale nel settore vinicolo e in particolare dello spumante – realtà produttiva nota anche per l’architettura delle sue cantine, dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

In Italia, Bosca occupa 100 dipendenti, ma l’azienda ha anche linee di produzione all’estero.

Presso Bosca, l’avvocato Crosti ha compiuto diverse azioni di miglioramento: ha infatti formato le figure operative, tra cui gli addetti ai macchinari industriali, circa le loro responsabilità penali in materia antinfortunistica; ha inoltre condotto un’attività formativa per garantire l’efficacia del modello organizzativo, recentemente adottato dall’azienda; in tale secondo intervento, è stata sottolineata la necessità che i ruoli operativi assumano un comportamento proattivo per prevenire non solo gli infortuni, ma anche i reati connessi alla sicurezza sul lavoro, osservando il Codice di condotta aziendale e comunicando tempestivamente all’Organismo di Vigilanza le eventuali situazioni di rischio presentatesi nel corso delle attività lavorative quotidiane. Le attività si sono svolte nello stabilimento produttivo principale di Costigliole d’Asti.